martedì 14 luglio 2009

Per un nuovo inizio: costruiamo insieme la federazione della sinistra di alternativa

L' appuntamento è per il 18 luglio a Roma al Centro Congressi Frentani, h 10.00.

La crisi sta mostrando una volta di più il volto distruttivo del capitalismo e delle politiche liberiste. Parimenti mostra il fallimento delle politiche socialdemocratiche in tutta Europa e del centrosinistra in Italia.

Nella debolezza dell’opposizione e della sinistra, la crisi sociale si impasta con la crisi della politica, producendo guerre tra i poveri che si esprimono in separatezza dalla politica, in astensione, quando non in consenso alle destre razziste.




Abbiamo quindi dinnanzi un compito tanto grande quanto necessario, quello di costruire una efficace opposizione sociale, politica e culturale, in grado di proporre e rendere credibile una uscita da sinistra dalla crisi, lungo una strada contrapposta alle ricette della destra e alternativa al liberismo temperato proposto dal centrosinistra.

A tal fine è assolutamente necessario costruire un punto di riferimento politico della sinistra di alternativa, che abbia massa critica e programmi tali da risultare credibile per tutti coloro che stanno subendo e pagando la crisi e che si ponga l’obiettivo di aggregare tutte le forze politiche, sociali, culturali e morali che come noi sentono questa urgenza.

Riteniamo che gli elementi fondanti
di questo processo di aggregazione siano principalmente quattro:

In primo luogo una rinnovata critica
al capitalismo globalizzato e alla sua tendenza alla mercificazione di ogni cosa e relazione sociale. Occorre rimettere al centro la lotta contro lo sfruttamento dei lavoratori e delle lavoratrici che in questi decenni ha assunto caratteristiche barbariche e completamente inaccettabili: dalla disoccupazione strutturale nel mezzogiorno alla precarizzazione del lavoro alla sistematica compressione salariale il lavoro è tornato ad essere pura merce, variabile dipendente di un sistema che ha glorificato il profitto. Vogliamo ripartire dal lavoro nella piena consapevolezza che la lotta contro lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo o si connette strettamente alla lotta dello sfruttamento dell’uomo sulla donna, dell’uomo sulla natura oppure è incapace di proporre una uscita dallo stato di cose presente. Per questo per noi la lotta per la liberazione del lavoro si deve connettere alla lotta contro la distruzione dell’ambiente, per i beni pubblici a partire dall’acqua e lo sviluppo di un consumo critico, alla lotta contro il sessismo e il patriarcato, per l’autodeterminazione degli individui e delle comunità. Questa critica radicale agli assetti capitalistici implica una battaglia rigorosa per mantenere scuola, istruzione, conoscenza, ricerca e in generale i saperi al riparo dalla privatizzazione e dalla mercificazione:la lotta per la scuola pubblica è dunque prioritaria.

In secondo luogo una forte opposizione
al sistema bipolare che rappresenta la forma istituzionale con cui il pensiero unico ha cercato di sancire l’espulsione del tema dell’alternativa dalla politica. La battaglia contro il bipolarismo, che tende a produrre l'impermeabilità delle istituzioni nei confronti del conflitto, una alternanza tra simili e che nel concreto del caso italiano è il contesto in cui è nato e cresciuto il berlusconismo, è per noi un punto centrale. La costruzione di un movimento di massa per una uscita da sinistra dalla crisi ha quindi nella battaglia per il proporzionale, contro ogni tendenza autoritaria, contro le mafie e i loro intrecci con la politica, il suo corrispettivo sul piano istituzionale.

In terzo luogo noi riteniamo
che questo polo della sinistra di alternativa non possa essere costruito solo tra le forze politiche oggi esistenti ma debba coinvolgere a pieno titolo tutte le esperienze di sinistra che si muovono al di fuori dei partiti. In questi anni larga parte di chi si è battuto a sinistra lo ha fatto al di fuori dei partiti e la possibilità di costruire una sinistra di alternativa degna di questo nome è possibile solo dentro una rinnovata critica della politica che veda una interlocuzione paritaria tra tutti i soggetti coinvolti.

In quarto luogo noi pensiamo
che la sinistra di alternativa sia pienamente nel solco della storia del movimento operaio, del movimento socialista e comunista, del movimento femminista, GLBTQ e dei diritti civili, delle lotte ambientaliste, per la giustizia e la solidarietà, del movimento altermondialista. Nella lotta per la giustizia e la libertà delle generazioni che ci hanno preceduto, combattuta sotto le insegne delle bandiere rosse, della falce e del martello, noi riconosciamo la nostra storia e questa storia deve proseguire a partire da una rifondazione delle pratiche, delle teorie, delle forme organizzative.

La proposta che avanziamo trova
la sua collocazione politica naturale nel contesto di tutte le forze della sinistra europea che si collocano a sinistra delle socialdemocrazie e che hanno ottenuto significativi consensi nelle ultime elezioni europee, come in Francia, Germania, Grecia, Portogallo, Olanda e nei paesi nordici.

In Italia la costruzione di un polo della sinistra di alternativa si rivela difficile sia per le divisioni a sinistra, e per il rischio che esse si vengano ora cristallizzando, sia per la volontà delle forze politiche rappresentate in parlamento di imporre un sistema bipolare chiuso, attraverso meccanismi istituzionali (clausole di sbarramento a tutti i livelli, discriminazione dell’accesso al servizio televisivo e al finanziamento pubblico), che aggravano ulteriormente gli effetti di leggi elettorali che contrastano con il principio del pluralismo rappresentativo e con la garanzia del pari diritto dei cittadini alla partecipazione politica. Alla costruzione di un sistema bloccato, che assume i caratteri di un nuovo regime, Pd e IdV hanno mostrato di voler concorrere non meno dei partiti di centrodestra.

E’ necessario dunque un vero e proprio salto di qualità dell’iniziativa politica, ideale e sociale della sinistra di alternativa.

Proponiamo pertanto di dar vita a una Federazione unitaria che comprenda – oltre alle forze che hanno dato vita alla lista anticapitalista e comunista – tutti i soggetti politici, i movimenti e le persone che avvertono l’urgenza di affrontare insieme i compiti che ci sono davanti e che abbiamo prima indicato nelle linee generali.

Riteniamo indispensabile che la Federazione che proponiamo introduca profonde innovazioni nel modo di fare politica, a partire dai rapporti tra incarichi politici e incarichi istituzionali, per ricostruire una nuova etica pubblica, per consentire l’effettiva partecipazione di tutti gli aderenti alle decisioni e per ridare centralità alla pratica sociale.

Vogliamo discutere nel modo più diffuso e aperto della nostra proposta unitaria e a tal fine proponiamo quindi di vederci il 18 luglio alle ore 10.00 a Roma al Centro Congressi di via Frentani.

Paolo Ferrero, Oliviero Diliberto, Cesare Salvi, Vittorio Agnoletto, Margherita Hack, Lidia Menapace,Bruno Amoroso, Elio Bonfanti, Benedetta Buccellato, Elena Canali, Omar Sheikh Esahaq, Valerio Evangelisti, Barbara Fois, Haidi Giuliani, Rita Lavaggi, Maria Rita Lodi, Maria Rosaria Marella, Ibrahima Niane, Nicola Nicolosi, Gian Paolo Patta, Tonino Perna, Rossano Rossi, Nadia Sabato, Bassam Saleh, Raffaele K. Salinari, Laura Stochino, Ermanno Testa, Vauro, Mario Vegetti, Massimo Villone

venerdì 26 giugno 2009

Sinistra, Ferrero: «Il futuro è nella riunificazione»

Sull'emorragia di voti verso l'Idv: «Di Pietro fenomeno che si spegnerà sui contenuti»

Ricompattare le forze della sinistra in un unico polo per rilanciare un'opposizione forte e autonoma. E' il progetto del segretario del Prc per recuperare l'elettorato di sinistra, rifugiatosi nell'antiberlusconismo dell'Idv o nell'astensionismo senza fiducia. Per questo lancia un appello a Vendola: «Parte dei suoi elettori vogliono la sinsitra unita». E attacca Di Pietro: «Successo dovuto alla visibilità mediatica, ma i nodi verranno presto al pettine».

Mettere fine allo spezzettamento, ricomporre l'unità delle sinistre in un polo condiviso e rilanciare un progetto di opposizione. Le idee del segretario di Rifondazione Comunista Paolo Ferrero per il futuro della sinistra sembrano chiare e semplici a farsi. Ma prima c'è da mettere a posto un paio di cose, ai vertici di partito come - soprattutto - alla base.

Lo «spezzettamento» tra Prc-Pdci-Socialismo 2000 e Sinistra e Libertà «non ha pagato alle Europee» e la necessità, a un anno dal discusso congresso di Chianciano, che ha consegnato a Ferrero la segreteria del partito, è il momento di «tornare a fare politica». «Ho sempre detto che c'è stata una scissione di troppo: se Vendola (leader di Sinistra e Libertà, ndr) non avesse scisso Rifondazione avremmo passato il 4% e non staremmo a discutere della disgregazione della sinistra», ribadisce Ferrero. Le acque oggi, sostiene, sembrano essersi calmate: «Penso che siamo mesi un po' meglio, la scissione è finita e possiamo procedere con la riunione delle forze della sinistra alternativa in un polo autonomo dal Pd. E farlo con tutti coloro che sono disponibili». Compreso Vendola: «Certo, l'appello è rivolto anche a Sinistra e Libertà. Non so se sia possibile la riunificazione con Vendola, ma l'istanza è certamente condivisa da parte dei compagni che hanno votato Sl».

Il milione di voti raccolti dal Prc «sono un buon punto di partenza», ma è inevitabile guardare al dato complessivo delle europee: Rifondazione e Sinistra e Libertà insieme hanno accumulato il 6,50%. Elemento che lascia pensare che una parte dell'elettorato voglia ancora affidare il proprio voto a sinistra, il che suffragherebbe l'idea di un "polo delle sinistre". Alla propria base bisogna rispondere delle responsabilità, che non possono riguardare solo Vendola, ma il segretario prc si dice tranquillo: «Non mi assumo responsabilità che non penso di avere. L'unico mio torto è stato far applicare le decisioni democraticamente prese da un congresso: se per evitare le scissioni bisogna eleggere un segretario di minoranza e applicare una linea politica sconfitta al congresso, siamo alla follia. Cos'altro avrei dovuto fare?».

Restando all'elettorato pesa anche l'emorragia di voti, dispersi tra Idv, Lega Nord nel settentrione, quando non nell'astensionismo. Soprattutto Di Pietro sembra averne giovato, dopo aver speso un anno a condurre a sé temi e valori tradizionalmente più di sinistra e, di conseguenza, anche molti consensi. L'arma di Di Pietro, è convinto Ferrero, è stata la visibilità mediatica, perché «qualsiasi cosa faccia o dica è sempre in tv o sui giornali, mentre noi siamo stati bistrattati» e così ha potuto occupare numerosi spazi - come nella vicenda Alitalia o nelle lotte per la legalità -. Così facendo l'Idv è apparsa come «l'unica opposizione visibile, a fronte di un Pd indaffarato nei fatti suoi e non impegnato a fare opposizione seria». A favore dell'ex magistrato ha giocato anche la natura «antiberlusconista di una parte dell'elettorato di sinistra, che ha votato l'antiberlusconiano più visibile». Ma Ferrero è sicuro che il fenomeno Di Pietro si esaurirà presto: «Ho l'impressione che i nodi verranno al pettine quando si discuteranno i contenuti concreti, perché soprattutto sulle questioni sociali ha posizioni moderate o di destra».

Di Pietro o no, resta però lo scollamento alla base, che va ricostruita. Il «vero disastro della sinistra», riconosce Ferrero, è che «il nostro elettorato se ne è andato a casa sia nel non voto sia con il voto al Pd nel 2008». Il milione di voti raccolti dalle sinistre alle europee indica che «il trend è in salita, ma non è sufficiente». La soluzione passa dalla concretizzazione di due obiettivi: «La prima cosa è la ricostruzione dell'opposizione a partire dalla questione sociale attraverso una reimmersione della sinistra nella società. La seconda p il rilancio di una serie di idee forti come la giustizia sociale e i diritti che in questo anno, bloccati dai nostri casini interni, non abbiamo espresso con forza». Elementi necessari e sufficienti per il «rilancio di Rifondazione e la costruzione dell'unità della sinistra di alternativa» e recuperare «la fiducia della nostra gente, oggi indubbiamente a un livello troppo basso».


domenica 7 giugno 2009

Per una nuova unità della sinistra

Riteniamo che sia necessaria un nuova stagione di unità, che dopo anni di divisioni sia giunto il momento di unire intorno ai simboli storici della sinistra le lotte per il lavoro , per il salario, per la partecipazione alle scelte dei cittadini, per giustizia sociale, per il rispetto dei diritti umani, dei diritti di genere, per la salvaguardia dell'ambiente, per la libertà di pensiero e di parola, per le piccole utili opere pubbliche.

Riteniamo che sia giunto il momento di coagulare intorno ai simboli storici della sinistra tutte quelle forze comuniste, socialiste, ecologiste, pacifiste, antirazziste, sindacali ora divise in una miriade di piccoli gruppi con poca o nulla rappresentanza e forza politica.

Quel simbolo della sinistra che ci rappresenta e ci riunisce è Falce e Martello.

Per noi sono i simboli che immediatamente identificano la lotta per i diritti, per il salario, per il lavoro, per l’emancipazione femminile, per i diritti di genere, per avere un ambiente non inquinato, un luogo sano e dignitoso in cui vivere, per avere uno stato sociale degno di questo nome.
Un simbolo di orgoglio, di speranza e di libertà per i popoli, per le donne e per gli uomini che sono oppressi.

Anni di divisioni , revisionismi simbolici e scissioni hanno portato quasi alla scomparsa del nostro patrimonio culturale e politico. E soprattutto alla debolezza e subordinazione degli ultimi.
Stanno scomparendo i diritti che i nostri padri ed i nostri nonni hanno conquistato con il proprio sudore ed il proprio sangue. Sta scomparendo il nostro patrimonio ambientale. Sta scomparendo il nostro futuro. Noi non ci stiamo. Noi vogliamo un futuro degno di essere chiamato tale.

Per questi motivi vogliamo riunificare la sinistra italiana in unico partito che abbia come simboli quelli storici del movimento operaio. Per una nuova stagione di vittorie degli oppressi sugli oppressori.

Oggi questo è secondo noi l’unico simbolo in grado di rappresentare immediatamente tutte queste lotte. Perché con le nostre lotte vogliamo dare al simbolo della sinistra il suo vero e corretto significato.
Quello che significa per noi.

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Bonacchi Alessandro PRC membro CPR Toscana