venerdì 26 giugno 2009

Sinistra, Ferrero: «Il futuro è nella riunificazione»

Sull'emorragia di voti verso l'Idv: «Di Pietro fenomeno che si spegnerà sui contenuti»

Ricompattare le forze della sinistra in un unico polo per rilanciare un'opposizione forte e autonoma. E' il progetto del segretario del Prc per recuperare l'elettorato di sinistra, rifugiatosi nell'antiberlusconismo dell'Idv o nell'astensionismo senza fiducia. Per questo lancia un appello a Vendola: «Parte dei suoi elettori vogliono la sinsitra unita». E attacca Di Pietro: «Successo dovuto alla visibilità mediatica, ma i nodi verranno presto al pettine».

Mettere fine allo spezzettamento, ricomporre l'unità delle sinistre in un polo condiviso e rilanciare un progetto di opposizione. Le idee del segretario di Rifondazione Comunista Paolo Ferrero per il futuro della sinistra sembrano chiare e semplici a farsi. Ma prima c'è da mettere a posto un paio di cose, ai vertici di partito come - soprattutto - alla base.

Lo «spezzettamento» tra Prc-Pdci-Socialismo 2000 e Sinistra e Libertà «non ha pagato alle Europee» e la necessità, a un anno dal discusso congresso di Chianciano, che ha consegnato a Ferrero la segreteria del partito, è il momento di «tornare a fare politica». «Ho sempre detto che c'è stata una scissione di troppo: se Vendola (leader di Sinistra e Libertà, ndr) non avesse scisso Rifondazione avremmo passato il 4% e non staremmo a discutere della disgregazione della sinistra», ribadisce Ferrero. Le acque oggi, sostiene, sembrano essersi calmate: «Penso che siamo mesi un po' meglio, la scissione è finita e possiamo procedere con la riunione delle forze della sinistra alternativa in un polo autonomo dal Pd. E farlo con tutti coloro che sono disponibili». Compreso Vendola: «Certo, l'appello è rivolto anche a Sinistra e Libertà. Non so se sia possibile la riunificazione con Vendola, ma l'istanza è certamente condivisa da parte dei compagni che hanno votato Sl».

Il milione di voti raccolti dal Prc «sono un buon punto di partenza», ma è inevitabile guardare al dato complessivo delle europee: Rifondazione e Sinistra e Libertà insieme hanno accumulato il 6,50%. Elemento che lascia pensare che una parte dell'elettorato voglia ancora affidare il proprio voto a sinistra, il che suffragherebbe l'idea di un "polo delle sinistre". Alla propria base bisogna rispondere delle responsabilità, che non possono riguardare solo Vendola, ma il segretario prc si dice tranquillo: «Non mi assumo responsabilità che non penso di avere. L'unico mio torto è stato far applicare le decisioni democraticamente prese da un congresso: se per evitare le scissioni bisogna eleggere un segretario di minoranza e applicare una linea politica sconfitta al congresso, siamo alla follia. Cos'altro avrei dovuto fare?».

Restando all'elettorato pesa anche l'emorragia di voti, dispersi tra Idv, Lega Nord nel settentrione, quando non nell'astensionismo. Soprattutto Di Pietro sembra averne giovato, dopo aver speso un anno a condurre a sé temi e valori tradizionalmente più di sinistra e, di conseguenza, anche molti consensi. L'arma di Di Pietro, è convinto Ferrero, è stata la visibilità mediatica, perché «qualsiasi cosa faccia o dica è sempre in tv o sui giornali, mentre noi siamo stati bistrattati» e così ha potuto occupare numerosi spazi - come nella vicenda Alitalia o nelle lotte per la legalità -. Così facendo l'Idv è apparsa come «l'unica opposizione visibile, a fronte di un Pd indaffarato nei fatti suoi e non impegnato a fare opposizione seria». A favore dell'ex magistrato ha giocato anche la natura «antiberlusconista di una parte dell'elettorato di sinistra, che ha votato l'antiberlusconiano più visibile». Ma Ferrero è sicuro che il fenomeno Di Pietro si esaurirà presto: «Ho l'impressione che i nodi verranno al pettine quando si discuteranno i contenuti concreti, perché soprattutto sulle questioni sociali ha posizioni moderate o di destra».

Di Pietro o no, resta però lo scollamento alla base, che va ricostruita. Il «vero disastro della sinistra», riconosce Ferrero, è che «il nostro elettorato se ne è andato a casa sia nel non voto sia con il voto al Pd nel 2008». Il milione di voti raccolti dalle sinistre alle europee indica che «il trend è in salita, ma non è sufficiente». La soluzione passa dalla concretizzazione di due obiettivi: «La prima cosa è la ricostruzione dell'opposizione a partire dalla questione sociale attraverso una reimmersione della sinistra nella società. La seconda p il rilancio di una serie di idee forti come la giustizia sociale e i diritti che in questo anno, bloccati dai nostri casini interni, non abbiamo espresso con forza». Elementi necessari e sufficienti per il «rilancio di Rifondazione e la costruzione dell'unità della sinistra di alternativa» e recuperare «la fiducia della nostra gente, oggi indubbiamente a un livello troppo basso».


domenica 7 giugno 2009

Per una nuova unità della sinistra

Riteniamo che sia necessaria un nuova stagione di unità, che dopo anni di divisioni sia giunto il momento di unire intorno ai simboli storici della sinistra le lotte per il lavoro , per il salario, per la partecipazione alle scelte dei cittadini, per giustizia sociale, per il rispetto dei diritti umani, dei diritti di genere, per la salvaguardia dell'ambiente, per la libertà di pensiero e di parola, per le piccole utili opere pubbliche.

Riteniamo che sia giunto il momento di coagulare intorno ai simboli storici della sinistra tutte quelle forze comuniste, socialiste, ecologiste, pacifiste, antirazziste, sindacali ora divise in una miriade di piccoli gruppi con poca o nulla rappresentanza e forza politica.

Quel simbolo della sinistra che ci rappresenta e ci riunisce è Falce e Martello.

Per noi sono i simboli che immediatamente identificano la lotta per i diritti, per il salario, per il lavoro, per l’emancipazione femminile, per i diritti di genere, per avere un ambiente non inquinato, un luogo sano e dignitoso in cui vivere, per avere uno stato sociale degno di questo nome.
Un simbolo di orgoglio, di speranza e di libertà per i popoli, per le donne e per gli uomini che sono oppressi.

Anni di divisioni , revisionismi simbolici e scissioni hanno portato quasi alla scomparsa del nostro patrimonio culturale e politico. E soprattutto alla debolezza e subordinazione degli ultimi.
Stanno scomparendo i diritti che i nostri padri ed i nostri nonni hanno conquistato con il proprio sudore ed il proprio sangue. Sta scomparendo il nostro patrimonio ambientale. Sta scomparendo il nostro futuro. Noi non ci stiamo. Noi vogliamo un futuro degno di essere chiamato tale.

Per questi motivi vogliamo riunificare la sinistra italiana in unico partito che abbia come simboli quelli storici del movimento operaio. Per una nuova stagione di vittorie degli oppressi sugli oppressori.

Oggi questo è secondo noi l’unico simbolo in grado di rappresentare immediatamente tutte queste lotte. Perché con le nostre lotte vogliamo dare al simbolo della sinistra il suo vero e corretto significato.
Quello che significa per noi.

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Bonacchi Alessandro PRC membro CPR Toscana